Come non ricordare,
“I cipressi che a Bolgheri alti e
schietti…”
“L’albero a cui tendevi la pargoletta
mano…”
“Nella torre il silenzio era gia’ alto”
“Sempre caro mi fu quest’ermo colle…”
“Ti amo, o pio bove;”
“Ei fu. Siccome immobile…”
“D’in su la vetta della torre antica”
“Ne piu’ mai tocchero’ le sacre sponde”
“All’ombra dei cipressi e dentro l’urne…”
“Silvia, rimembri ancora quel tempo di tua
vita mortale…”
“Settembre andiamo. E’ tempo di migrare”
“Cantami o diva del Pelide Achille l’ira
funesta che…”
“C’e’ qualcosa di nuovo oggi nel sole…”
“La donzelletta vien dalla campagna”
e tanti tanti altri versi ancora che sono
stati l’inizio e il centro della nostra formazione culturale.
E’ un vero peccato, un sacrilegio che certe
cose non si indegnino piu’,
Ho 73 anni e da 50 vivo in Canada dove
insieme al diploma e la mia gioventu’ portai entusiasmo, ambizione e il ricordo
di tutte le poesie che avevo imparato nelle elementari, nelle medie e nelle
superiori. Mi sono state sempre di sprono e spesso hanno colmato quei vuoti
nostalgici che di tanto in tanto colpiscono chi vive lontano dal paese natio.
Io vendo fiori e il giorno di San Valentino
e’ un giorno veramente importante per la mia azienda e durante la settimana che
precede la festa ho sempre ricordato la poesia del Pascoli: ne ho usato I primi
versi pure negli spots pubblicitari: “O Valentino vestito di nuovo come le
brocche dei biancospini”… l’ ho fatto
conoscere pure ai figli e nipoti perche’ sono convinto che la conoscenza
della lingua italiana insieme a belle poesie accresce il loro bagaglio
culturale.
~Eligio Paris
Ital Florist, Toronto, Ontario, Canada
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